venerdì 29 marzo 2019

Quasi dapperttutto condizioni favorevoli e fine-settimana di bel tempo


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Riassunto

Grazie alle ottime previsioni per il fine-settimana, ci aspettiamo un buon sfruttamento del manto nevoso stabile.

Fattori importanti ad influenzare il tempo atmosferico nei giorni passati erano: poca neve fresca fredda con vento, temperature variabili, aumento delle radiazioni e, temporaneamente, un forte assestamento del manto nevoso. A seconda della quota e dell'esposizione, questi fattori saranno più o meno rilevanti.

Retrospettiva della settimana

L'ultima nevicata di lunedì 25/03 e martedì ha portato ad un abbassamento della temperatura di 15 gradi e vento forte in alcune regioni. Si sono formati accumuli di neve fragili, solitamente piccoli e ben riconoscibili dietro ai bruschi cambiamenti di pendenza, in conche e canali.
Lunedì 25/03 e martedì 26/03 sono caduti alcuni cm di neve fresca, mentre le temperature erano basse e il vento forte in alcune zone, come qui al Monte Plattkopf nelle Alpi dello Zillertal.

Questi accumuli hanno importanza solo su spazi limitati e saranno neutralizzati velocemente con il previsto rialzo delle temperature. Un problema latente potenziale è ancora la combinazione di croste e forme angolari, descritta nell'ultimo blog. Però, per essere responsabile per valanghe a lastroni più grandi, manca al momento un notevole apporto di energia.

Sotto le croste da rigelo si nascondono strati deboli per metamorfismo costruttivo, che possono fungere da superficie di frattura per lastroni. Qui, nella Valle di Navis, si sentivano rumori da assestamento sul lato sud, e si poteva distaccare uno scivolamento a distanza (Foto: 24.03.2019).

Valanghe a debole coesione possono essere sia di neve asciutta che bagnata. Le ultime sono più numerose con il riscaldamento diurno delle temperature. Perciò, nel pomeriggio aumenta anche il pericolo di trascinamento nel terreno estremamente ripido roccioso.


Scivolamenti di neve a debole coesione sono tipici in primavera, e al momento ancora quasi sempre piccoli. Sulla foto del Monte Härmelekopf si vede che possono superare distanze grandi, ma è positivo che in questo modo non si distaccamo lastroni di neve (Foto: 24.03.2019).

L'attività di valanghe per scivolamento di neve è diminuita e anche dopo le ultime grandi precipitazioni a metà del mese corrente, sono state messe in moto solo aree piuttosto piccole. Però, similmente che altri pericoli alpini sempre presenti, non sgnifica purtroppo, che una valanga per scivolamento non possa diventare una minaccia nel caso singolo.


Valangha per scivolamento di neve, scoperta da una webcam il 24.03.2019.

Le buone condizioni della settimana passata potevano essere sfruttate per scegliere salite e discese più ripide. La neve fresca fredda è caduta su una superficie stabile e irregolare.

Canalone sul versante nord nelle Alpi dello Stubai, usato per la salita fino a 3000 m e per la discesa (Foto: 23.03.2019).

Uomo e animale sono stati premiati per aver sfruttato subito la neve fresca, come sulla foto nel Sellrain (Foto: 26.03.2019).

Visto che i problemi di sui sopra sono su piccola scala, la mappa del valanghe.report, da ormai più di una settimana, luccica in giallo e verde, e niente può ostacolare un bellissimo weekend per le gite sci-escursionistiche. Importante per la pinificazione delle gite sono sempre di più le condizioni primaverili, mentre  problemi dell'inverno si ritirano a quote alte.

Situazione nivologica 

Grazie alla nevicata di inizio settimana, la somma della neve fresca delle 72 ore è positiva nella parte settentrionale del Tirolo. (fino a +30 cm nelle Alpi della Lechtal e nei Monti del Karwendel), mentre il bilancio in direzione della cresta principale delle Alpi è ancora una volta negativo.

Distribuzione della neve dell'ultima precipitazione. A differenza di quanto scritto nell'ultimo blog, la quantità di neve fresca caduta era maggiore di quella sciolta.
 
Nelle valli, la primavera è definitivamente arrivata, e gli sci dovranno essere portati sulla schiena quando si parte dal basso per la gita. Non si deve però dimenticare che in quota è sempre inverno e le quantità di neve sono ancora considerevoli.
Altezza del manto nevoso in veloce aumento verso l'alto, ad esempio al confine della città di Innsbruck e la Nordkette, dimostrano la suddivisione tra il mondo estivo e quello invernale.

Caratteristico per l'inverno è la differenza tra nord e sud: nell'Ausserfern abbiamo un'altezza del manto nevoso ben al di sopra della media pluriennale, mentre nel Tirolo dell'Est le riserve del febbraio sono già esaurite.
 
Umidificazione

I modelli di calcolo mostrano già un'immagine molto uniforme della temperatura della neve. Può servire però solo da indicazione, perchè il calcolo è correlato alla temperatura dell'aria.

La temperatura media del manto nevoso modellata da SNOWGRID raggiunge su vasta scala il punto di congelamento.

L'umidificazione progredisce per sua natura in modo non uniforme, in dipendenza dall'altitudine e dall'esposizione. Nelle esposizioni soleggiate, il manto nevoso può essere in isotermia fino a alte quote, soprattutto nei pendii ripidi esposti da sud a ovest con un manto nevoso poco spesso. Nei versanti all'ombra e a quote più alte si trova ancora la neve polverosa e a debole coesione da metamorfismo costruttivo.

Le stazioni che rilevano la temperatura superficiale del manto nevoso indicano quando la neve inizia ad essere bagnata. Si tratta però di una misurazione difficile dal punto di vista tecnico e diventa soggetta a errori quando la neve si scalda in superficie.

La temperatura di superficie si è avvicinata, da nord-ovest sopra 2100 metri, sempre più a lungo al massimo di 0 gradi, cioè al punto di fusione. Il fronte freddo dal 25/03 ha raffreddato anche la superficie della neve. Ma la temperatura si sta già rialzando e al fine-settimana raggiungerà di nuovo i 0 gradi.

Di solito si parla di manto nevoso isotermico (temperatura sempre costante), quando la temperatura è costantemente a zero gradi. In tal caso, il manto nevoso non possiede più l'effetto tampone contro il freddo e si bagna completamente. L'irraggiamento notturno può raffreddare nuovamente il manto, ma solo partendo dalla superficie. Questa zona tampone (zone di temperatura negativa tra suolo e superficie), al momento rispecchia nuovamente le condizioni differenti.

Profilo 1: ovest, 1900 m, 30°, Karwendel. Il manto nevoso è isotermico e dapperttutto da leggermente umido a umido (©LWD Tirol). Profilo 2: est, 1900 m, 25°, Verwall. Il sole è stato sufficiente per la formazione di croste, ma non ancora per scaldare tutto il manto nevoso. Non esiste, però, tanto margine. (©Fun). Profilo 3: N, 2700 m, 30°, Alpi dello Stubai. Basse temperature dell'aria e della neve nei pendii all'ombra in alta montagna (© Lukas Ruetz). In rosso la temperatura della neve.

Previsioni per il fine-settimana

Secondo il servizio meteorologico ZAMG, oggi giovedì le nuvole rimaste spariranno e la notte sarà parzialmente chiara. Dopo una gelida mattina del venerdì con nebbia alta in alcune zone, durante la giornata le temperature aumentano e il sabato il tempo sarà primaverile con lo zero termico a 2700 m circa. Domenica inizierà a annuvolarsi leggermente, e il lunedì saranno possibili rovesci locali.

Le notti saranno chiare, con emissione di radiazioni termiche dalla superficie della neve che si congelerà in superficie. Quest'effetto viene contrastato dall'elevata umidità dell'aria (v. grafico sotto) e dall'inversione termica prevista per sabato. 
Dopo una fase di bassa umidità dell'aria, utile per la sublimazione diretta di neve in vapore acqueo, segue da lunedì 25/03 una fase di elevata umidità dell'aria. Promuove da un lato la fusione senza sublimazione alla superficie, dall'altro lato cede , come le nuvole, energia alla superficie nevosa e promuove anche l'effetto serra classico. Un elevata umidità dell'aria contrasta in modo efficace l'irraggiamento notturno.

In linea di massima bisogna tenere in maggiore considerazione, a quote più basse, l'andamnento diurno, anche per evitare le croste non portanti. A quote più elevate potrebbe essere isolatamente possibile il distacco di accumuli di neve ventata, fino ad assestamento avanzato.Attenzione anche ad accumuli di neve ventata nascosti da scivolamenti di neve a debole coesione. La struttura del manto nevoso è localmente molto differente, e una buona pianificazione potrà aumentare il piacere della gita.

Radiazioni a onde corte sono l'apporto massimo di energia nel manto nevoso, che potrà reagire molto velocemente, soprattutto al limite della temperatura. Lo si vede sulla foto del Monte Schwazhorn prima dell'ultima nevicata.
 (Foto: 24.03.2019).



(Il presente contributo è stato redatto dal nostro stagista Michael Reisecker.)