venerdì 30 novembre 2018

Possibilità di gite sci-escursionistiche ancora limitata

Luoghi pericolosi isolati, ben riconoscibili, creati da accumuli di neve ventata su piccola scala
 
In ampie parti del Tirolo non è caduta abbastanza neve per permettere molti itinerari sugli sci. Abbiamo ricevuto informazioni su condizioni, almeno in parte, accettabili, solo dalle zone lungo la cresta principale delle Alpi, posizionate a alte quote e per lo più all'ombra. 


Alcuni versanti all'ombra, ad alte quote ,hanno un aspetto invernale. Escursione a sud del Gruppo del Venediger (Foto: 28.11.2018) 


Meno neve sui versanti a sud (Foto: 28.11.2018) 



Perció la neve polverosa per le discese si trova quasi esclusivamente sui versanti all'ombra ad alte quote. Giace su una superficie di neve vecchia, solitamente portante, caduta durante le nevicate precedenti, come il 19.11., oppure il 23-24.11 e il 27.11.2018.
Precipitazioni e altezza del manto nevoso della settimana scorsa nel Kühtai

Le nevicate del  27.11. sono cadute più nel Tirolo settentrionale (e quelle attorno al 23.11. piuttosto nella parte meridionale)

Neve polverosa vicino al ghiacciaio dello Stubai (Foto: 28.11.2018) 
Neve farinosa nella parte alta della valle Ötztal  (Foto: 28.11.2018) 

Vista in direzione di Galzig nella regione dell'Arlberg prima delle nevicate del 27.11. (Foto: 26.11.2018) 

Vista in direzione di Galzig nella regione dell'Arlberg dopo le nevicate del 27.11. (Foto: 28.11.2018) 

Vista in direzione di Galzig nella regione dell'Arlberg: le temperature in aumento e l'influenza dell'irraggiamento favoriscono il processo di fusione (Foto: 29.11.2018) 

Durante il passaggio debole dei fronti soffiava un vento anche forte da direzioni diverse
Ubicazione esposta al vento: il monte Patscherkofel a sud di Innsbruck. Inizialmente qui soffiò vento da sud, che dal 26.11. in poi, con temperature in ribasso, è girato a nord. Poi è girato di nuovo a sud.

Su piccola scala e anche piuttosto isolatamente si formano accumuli di neve ventata ad alte quote, che sui versanti all'ombra molto ripidi possono essere resi instabili. Con un po' di esperienza, questi accumuli si possono riconoscere ed evitare facilmente.

Per il manto di neve vecchia è sempre valido quanto detto nell'ultimo blog: ogni tanto si trovano strati fragili persistenti, ma alle condizioni attuali è piuttosto improbabile renderli instabili.


La sequenza superficiale di croste e strati a debole coesione attualmente non è ancora un problema, ma deve essere tenuta sotto controllo per il futuro. Ghiacciaio dello Stubai (Foto: 28.11.2018) 

Nelle zone più ricche di neve, si può ancora parlare di una situazione piuttosto favorevole rispetto al pericolo valanghe. Il pericolo di contatto con una pietra è più elevata che quello di una valanga. Da menzionare: durante la settimana passata è stata nuovamente occasione per l'innevamento artificiale.

I cannoni da neve lavorano a pieno ritmo nel Kühtai. La stagione sciistica inizia questo fine settimana (Foto: 28.11.2018) 

domenica 25 novembre 2018

Una prima analisi del manto nevoso

Andamento dell'inverno fino ad oggi

L’inverno, per ora, è arrivato solo nelle zone alpine a quote alte o molto alte nella parte meridionale del Tirolo. Determinanti per questo fatto sono state le precipitazioni intense a fine ottobre. Erano accompagnate da tempeste che lì, al sud, hanno causato colate di detriti e fango, inondazioni e abbattuto il legname in vaste aree.


Uno sguardo alla stazione meteorologica in alta quota sul ghiacciaio del Pitztal nelle Alpi dell’Ötztal aiuta a capire meglio l’andamento meteorologico dell’inverno in corso: le nevicate importanti, almeno in parte, per il manto nevoso sono cadute nei giorni 24.09., 01.10. e a partire dal 24.10.2018. Colpisce il lungo periodo di bel tempo dall’inizio di ottobre e le grandi quantità di precipitazioni a fine ottobre abbinate a tempeste.

Strato fragile vicino al suolo
E‘ sempre importante, per un’analisi completa del manto nevoso, seguire lo sviluppo dalle prime nevicate in autunno: una prima nevicata ha imbiancato le montagne il 25.08.2018 (un fronte freddo ha messo termine al quinto agosto più caldo nella storia dei rilevamenti meteorologici). Questa neve si è sciolta molto velocemente, cosa che è capitata, in molto posti, anche dopo le nevicate successive, il 01.09., 07.09., 24.09. e 01.10.

"Zuccherato“ per un breve periodo, ma la neve si è sciolta velocemente. Vista dal monte Nebelhorn a Oberstdorf in direzione sudest il giorno 02.10.2018 (© foto-webcam.eu)

In ampie parti del Tirolo non si poteva più vedere neve autunnale, fino a quasi alla fine di ottobre (dopo un periodo di bel tempo di tre settimane). Vista dal monte Nebelhorn a Oberstdorf in direzione sudest il giorno 26.10.2018 (© foto-webcam.eu).
Quanto detto prima, non era però vero per le zone a quota molto alta, in particolare aree glaciate e all’ombra. Nonostante l’ottobre soleggiato e caldo, superiore alla media (il decimo più caldo della storia dei rilevamenti meteorologici), in quelle zone la neve si è fermata. Spesso, sulla superficie del manto nevoso si è formata una crosta da rigelo più o meno spessa. In alcuni casi, la neve sottostante era soggetta a metamorfismo, perdendo la coesione. Il risultato: alla base di alcuni dei profili di neve a nostra disposizione si trovano dei cristalli di debole coesione, a grani angolosi oppure neve scorrevole – possibili strati fragili per valanghe a lastroni.



Profilo di neve sul Kraspesferner nelle Alpi dello Stubai del 04.11.2018; nord, 2935m, 22°. Si riconosce lo strato a debole coesione vicino al suolo. La lamella di ghiaccio ha origine nelle nevicate fino al 02.10. e si è formata durante le tre settimane successive di bel tempo. (© Lukas Ruetz)
Profilo di neve al ghiacciaio di Hintertux nelle Alpi dello Zillertal del 15.11.2018; nordovest, 3070 m, 38°. Simile al profilo precedente si riconosce la neve scorrevole a debole coesione, vicino al suolo, sotto una crosta dura. (© Stephan Mitterer)

In alcuni casi, su questo strato fragile vicino al suolo, si sono già distaccate valanghe a lastroni.

Valanga di neve a lastroni, distaccatasi nel periodo di precipitazioni durante tempeste a fine ottobre in uno strato fragile vicino al suolo (su ghiaccio di ghiacciaio) sotto il monte Grundschartner nelle Alpi dello Zillertal. (Foto: 18.11.2018)


Sequenza di croste e strati a debole coesione vicino alla superficie
Anche gli sviluppi degli strati vicino alla superficie, partendo dai 2500 m in su, sono importanti. All’interno dei primi 10-30 cm si trova occasionalmente una sequenza di croste e cristalli a debole coesione. Le croste si sono formate per la pioggia, spesso fino a quota 2700 m, a livello locale fino a 3000 m. Nei pendii soleggiati però, si sono formate anche per l’influenza delle radiazioni solari e del calore).


Profilo di neve presso il rifugio Tuxerfernerhaus nelle Alpi dello Zillertal del 15.11.2018; nord, 2660 m, 25°. La sequenza di croste e cristalli a debole coesione è il risultato delle temperature che cambiano con nevicate e pioggia durante il periodo di cattivo tempo a partire dal 27.10. e i processi di metamorfismo successivi. (© Walter Würtl)

Profilo di neve Riepenkees nelle Alpi dello Zillertal del 15.11.2018; est, 2810 m, 33°. Anche in questo caso si riconosce la sequenza di croste e cristalli a debole coesione negli strati vicini alla superficie. Il substrato è compatto. (© Peter Bletzacher)




Sporadicamente, calpestando manti nevosi con una tale struttura, si potevano osservare delle crepe, oppure si sentivano rumori di assestamento.

Uno strato a debole coesione a circa 10 cm al di sotto del manto nevoso, adiacente a una crosta, è diventato instabile quando è stato calpestato. La conseguenza: rumore di assestamento e formazione di una crepa. Ciò è stato osservato più spesso in zone pianeggianti e assolate a quote tra 2500 m e 2800 m circa. Alpi meridionali dell’Ötztal; 14.11.2018 (© Hugo Reindl)

Durante un test di stabilità nell’area del ghiacciaio di Hintertux si era staccato questo pacchetto di neve vicino alla superficie. (Foto: 16.11.2018)

Serve uno sguardo sui grafici delle stazioni meteorologiche per interpretare questa sequenza di strati vicino alla superficie:

Tre grafici da stazioni meteo in ubicazioni diverse: rifugio Jamtalhütte vicino alla cresta principale delle Alpi, Hochfilzen al nord e Assling a sud del Land. Ci concentriamo in primo luogo sui due grafici in alto, del rifugio Jamtalhütte: il su e giù dell’altezza del manto nevoso corrisponde parallelamente in opposto con l’andamento della temperatura dell’aria. Pioggia il 27.10., poi neve il 28.10., seguita nuovamente da pioggia (riduzione dell’altezza del manto nevoso). Il 29.10. e 30.10. di nuovo un alternarsi di neve e pioggia. Nelle quantità delle precipitazioni, spicca anche il gradiente nord-sud (attenzione alla scala diversa quando si fa il paragone).

Primi distacchi di valanghe con coinvolgimento di persone
Quest’anno, si sono registrati i primi eventi valanghivi con coinvolgimento di persone al ghiacciaio Rettenbachferner nelle Alpi meridionali dell’Ötztal. Due volte (il 31.10. e il 03.11.), sono state distaccate valanghe da persone, ma in nessuno dei casi queste persone sono state trascinate.

Caduta di valanga al Rettenbachferner del 03.11.2018. La valanga si era distaccata al livello del ghiaccio di ghiacciaio.

Profilo di neve riferito alla valanga Rettenbachferner del 03.11.2018. nordest, 2980 m, 34°. Sequenza di strati complessa. (© Lukas Ruetz)

Grafico della stazione di rilevamento al Rettenbachferner: anche le nevicate a partire dal 27.10. erano importanti per gli eventi valanghivi (si riconoscono le ultime cadute di neve fresca che hanno portato bellissima neve farinosa ad alta quota)

Tirando le somme, le condizioni sono per lo più favorevoli
Anche se in certe quote ed esposizioni si possono trovare occasionali strati fragili per valanghe a lastroni, la situazione può essere chiamata assai favorevole. Questo per due motivi:

Gli strati fragili vicini al suolo vengono spesso sovrapposti da strati compatti, rendendo poco probabile che vengano resi instabili dagli sciatori.

Invece, per gli strati vicini alla superficie, è importante la scarsa copertura con neve: manca la neve per la formazione del lastrone sullo strato fragile.

A quote molto alte si trova spesso un manto nevoso fortemente influenzato dal vento, perciò duro, come qui al Daunkoglferner nelle Alpi dello Stubai. (Foto: 14.11.2018)

Polvere sahariana
Chi scava nel manto nevoso, spesso trova uno strato giallino. Si tratta di polvere sahariana, depositatasi in grandi quantità a causa delle precipitazioni attorno al 29.10.

Polvere sahariana che si era diffusa nel nord

Lo strato giallo al bordo della pista di Hochgurgl è stato colorato di giallo dalla polvere sahariana. (Foto: 15.11.2018)


Cannoni da neve
Anche la prima metà di novembre è stata più calda della media. Solo con il calo della temperatura, avvenuto il 17.11., si potevano avviare i cannoni da neve nel Tirolo. Secondo quanto comunicato nella stampa, ad esempio nel comprensorio sciistico della Silvretta Skiarena a Ischgl sono in funzione attualmente 1.240 cannoni da neve, che finora hanno prodotto 800.000 m³ di neve, utilizzando 300.000 m³ di acqua. Oggi, il 22.11., lì inizia la stagione sciistica.

I cannoni da neve nel Tirolo funzionano a pieno ritmo: vista dal Rofan in direzione sud. (Foto: 18.11.2018)

Neve artificiale anche nella vicina Baviera (Foto: 21.11.2018) © foto-webcam.eu


Altre impressioni…

Inizio della stagione sci escursionistica nel Tirolo orientale per chi è disposto a portarsi gli sci anche fino a quota 2300 m (Foto: 14.11.2018)

Il piacere del firn di inizio inverno, Tirolo orientale (Foto: 12.11.2018)

Neve polverosa il 19.11. nelle Alpi dell’Ötztal meridionale (Foto: 20.11.2018)

Brina di superficie vicino alla cresta, in un pendio all’ombra sopra Serfaus (Foto: 12.11.2018)

Vista non rara: galaverna sulle croci di vetta lungo la cresta principale delle Alpi (Foto: 08.11.2018)

Il motivo principale per la formazione di galaverna: clima umido insieme a vento tempestoso. Non è raro che le stazioni meteo rilevino raffiche attorno a 150 km/h, e – come questa stazione delle Alpi dell’Ötztal meridionale – anche di quasi 200 km/h.

(Il presente testo è stato redatto con l'aiuto del nostro stagista Michael Reinecker)